EL ALAMEIN
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EL ALAMEIN
EL ALAMEIN - LALINEA DEL FUOCO
VOTO 10
Regia e sceneggiatura: Enzo Monteleone
Fotografia: Daniele Nannuzzi
Montaggio: Cecilia Zanuso
Scenografia: Ettore Guerrieri
Costumi: Andrea Viotti
Musica: Pivio, Aldo De Scalzi
Produttore: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz
Produzione: Cattleya
Distribuzione: Medusa
Italia 2002
Interpreti e personaggi
Pier Francesco Favino
Emilio Solfrizzi Tenente Fiore
Paolo Briguglia Serra
Thomas Trabacchi Capitano
Luciano Scarpa Spagna
Silvio Orlando
Piero Maggiò
Roberto Citran
Giuseppe Cederna
Antonio Petrocelli
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TRAMA
Ad El Alamein l'Armata Italo-tedesca viene sbaragliata e costretta ad una ritirata umiliante: è la prima grande sconfitta dell'esercito tedesco. Soldati in prima linea che devono lottare contro la dissenteria e tirare avanti con una razione ridotta d’acqua. Uomini che hanno lasciato la loro terra e le loro famiglie per difendere la patria in un posto così lontano da casa, piccoli eroi sconosciuti che sono morti dimenticati nelle sabbie del deserto... La Divisione Brescia, un manipolo di uomini nel settore sud di El Alamein, sopravvive in attesa di ordini e di scorte ai bombardamenti dell’esercito inglese, difendendosi più dalla fame e dal clima che dalle incursioni del nemico. Ognuno tenta di aggrapparsi ad una piccola certezza, al ricordo della propria casa o agli affetti nati in trincea per non lasciarsi sopraffare da un disagio che pare insanabile. In questo modo i soldati, uniti dallo stesso destino, condividono il dolore e l’angoscia durante ogni missione, sempre l’ultima per alcuni di loro, fino al giorno in cui l’attesa s’interrompe: dopo un decisivo bombardamento notturno, gli Inglesi si preparano all’offensiva. Determinata dall’eroismo dei suoi uomini a fare la propria parte, la Divisione Brescia viene assegnata ad un'altra destinazione, che non raggiungerà mai, abbandonata senza più una meta all’inesorabilità del deserto, con i feriti e senza mezzi di trasporto.
CRITICA CINEMATOGRAFICA
"Al di là di ogni ideologia i veri problemi del film sono di ordine cinematografico. Perché Monteleone, già sceneggiatore di film come 'Mediterraneo', 'Marrakech Express', 'Alla rivoluzione sulla 2 cavalli', evita la retorica bellicistica ma non quella generazionale. Sicché questi soldati persi nel deserto del 1942, confrontati al pericolo, ai disagi, alla dissenteria, alle cannonate che piovono improvvise. a volte polverizzandoli letteralmente, finiscono malgrado tutto per somigliare un po' troppo ai 'combattenti' o ai reduci di altre epoche. (...) domina una chiave 'soft' che per non speculare sull'orrore toglie impatto al racconto e dribbla i veri problemi di messinscena posti dal soggetto. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 novembre 2002)
"Gli episodi surreali sono le cose migliori di 'El Alamein - La linea del fuoco', assieme a un'efficace scelta dei personaggi che non ricorre agli stereotipi del war-film americano, dove tutti sono ipercaratterizzati - molto alti, molto bassi, molto grossi - onde essere riconoscibili malgrado l'uniformità della divisa. Per il resto il film adotta uno schema narrativo molto classico, filtrando dal racconto di Serra secondo il modello, un tantino abusato, della 'presa di coscienza'". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 23 novembre 2002)
http://www.acec.glauco.it/acec2/allegati/334/IM1_03_ZFilm%20.pdf
…Il film costituisce a tratti il prologo del documentario, dando corpo ai ricordi dei reduci, e contribuendo a chiarire quegli stati d'animo, quel senso di stordimento e caos, che prese i militari italiani, al settimo, ottavo giorno di incessante martellamento dei mortai inglesi. Una guerra che, al di là delle vittime, fu soprattutto psicologica, combattuta contro un nemico invisibile, che Monteleone rende bene disegnando le paure e le aspettative di una pattuglia in bilico tra la fortezza Bastiani e la trincea di Monicelli, nella Grande Guerra. Come in certi film sulla guerra in Corea e in Vietnam (si pensi solo al recente La sottile linea rossa o a Full Metal Jacket), il nemico non si vede che raramente, magari alla fine: viceversa lo si sente tra bagliori, scoppi e colpi e, soprattutto, egli è in grado di vedere gli italiani… È nel terzo tempo, infine, che il racconto assume i toni dell'epica laica, priva di retorica. Come in un'odissea di disperati la pattuglia sopravvissuta inizia una ritirata metaforica, deterritorializzata. Il deserto partorisce altro deserto, i luoghi fisici e geografici diventano quelli della mente. La tensione non si elimina, ma anzi cresce col passare dei minuti, accresciuta dallo scherno dei tedeschi in fuga sul camion, che non si fermano a raccogliere gli italiani, così come non si ferma il colonnello Roberto Citran, che con falsa retorica, ma vero opportunismo, recita davanti alla pattuglia sperduta un'improbabile esortazione ("un soldato italiano sa sempre come cavarsela”), mentre si ferma, e definitivamente, il generale Silvio Orlando, per dare sepoltura al suo attendente e finirla lì, con un colpo di pistola alla tempia. Quella tensione che poteva sfociare nella macchietta o nella. pur corretta, caratterizzazione dei personaggi, in realtà resta alta e si connota di malinconia: un sentimento di impotenza davanti alla Storia che prende piccoli e grandi interpreti, lasciati tutti egualmente soli davanti al destino, in un gioco di cui non hanno mai conosciuto le regole. Abbandonati dalle gerarchie militari e dalla politica gli italiani in Africa non hanno solo dato una prova di coraggio e di valore, così come volle la retorica dell'epoca, che per cinquant'anni ha marciato sull'onore delle armi reso dagli inglesi ai nostri eroi, a El Alamein..
"Una generazione sfortunata, che si è trovata nel momento sbagliato. Un'immagine della battaglia di El Alamein, nel luogo sbagliato e soprattutto dalla parte sbagliata ", ha spiegato Monteleone a Venezia. "Il mio non è un film di guerra alla maniera degli americani, che usano un'infinità di effetti speciali e trascurano quello più importante: l'emozione. Il mio è un film in cui il fattore umano è quello più importante: per questo ho voluto far parlare questi uomini, che avevano vent'anni sessanta anni fa e che credevano di aver vinto mentre già era iniziata la ritirata "
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Ultima modifica di BABU il Gio Mag 08, 2008 8:15 pm - modificato 2 volte.
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Re: EL ALAMEIN
Ottima lavoro Babu
ma nn quoto Al Alamein al voto 10+
ma nn quoto Al Alamein al voto 10+
miTrano- Numero di messaggi : 1258
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Re: EL ALAMEIN
miTranox ha scritto:Ottima lavoro Babu
ma nn quoto Al Alamein al voto 10+
infatti gli ho dato SOLO 10 e nn il + ma perché?
E' un film ben recitato, direi fedele alla realtà, bello tirato, crudo quanto basta, certo...é una produzione italiana, ma soprattutto bisogna guardare al lato storico/rievocativo piuttosto che agli effetti speciali...la mancanza di acqua e cibo é ben sottolineata come anche le miserabili condizioni dei nostri soldati che la son rimasti nel nome della Patria e del Duce sotto il sole, masticati dagli scorpioni, travolti da forze nemericamente superiori, meglio equipaggiate ma lontanissime dal nostro coraggio e dalla nostra determinazione, derisi anche dai nostri stessi alleati e lasciati a morire in mezzo al nulla o dopo gesta eroiche... Ariete...ricorda...Ariete!
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Re: EL ALAMEIN
BABU ha scritto:miTranox ha scritto:Ottima lavoro Babu
ma nn quoto Al Alamein al voto 10+
infatti gli ho dato SOLO 10 e nn il + ma perché?
E' un film ben recitato, direi fedele alla realtà, bello tirato, crudo quanto basta, certo...é una produzione italiana, ma soprattutto bisogna guardare al lato storico/rievocativo piuttosto che agli effetti speciali...la mancanza di acqua e cibo é ben sottolineata come anche le miserabili condizioni dei nostri soldati che la son rimasti nel nome della Patria e del Duce sotto il sole, masticati dagli scorpioni, travolti da forze nemericamente superiori, meglio equipaggiate ma lontanissime dal nostro coraggio e dalla nostra determinazione, derisi anche dai nostri stessi alleati e lasciati a morire in mezzo al nulla o dopo gesta eroiche... Ariete...ricorda...Ariete!
va be 10 e nn 10+
cmq nn venirmi a dire ottima recitazione
perchè a parte qualk'uno,ce gente che fa ridere.
E' il solito film italiano,a me nn è piaciuto,per me 10 nn se lo merita.
E concordo con il 5/6 per gunny che è una perla
miTrano- Numero di messaggi : 1258
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